Nathan Nate McReady

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    Fantarsyano
    Posts
    3,860
    Location
    The Shire

    Status
    Anonymous
    Nathan Nate McReady

    Sesso
    Maschio

    Razza
    Umano.

    Sangue
    Rosso

    Elemento
    Acqua-Ombra

    Età
    25 anni.

    Nato a
    Realtà, Terra, Vancouver.

    Residenza
    Terra, Canada - Foreste fuori da Vancouver - nei pressi del lago Aluette.

    Professione
    Ingegnere. Ricercatore per lo sviluppo di nuove tecnologie, in particolar modo hardware. Ha conseguito una laurea in Biologia. Rain Walker.
    RAIN WALKERS:
    Ricercatori che, su base volontaria, si prendono l'impegno di pattugliare le zone dove sono presenti in maggior numero le cortine. I loro percorsi seguono la costa del lago Aluette e si inoltrano fino al parco di Berk coprendo un vasto territorio. Sono una decina al momento, tra cui Nate, e sono coloro che si avvalgono dell'aiuto del Link per riuscire ad orientarsi sotto le cortine. Nel piccolo team sono presenti anche due meteorologi che cercano di prevedere le precipitazioni allo scopo di pianificare pattuglie e spedizioni di ricerca più mirate. Indossano abiti in tessuto "tecnico" particolare, brevettato da Nicholas McReady, che consentono loro di rimanere a lungo sotto la pioggia.



    Altezza
    175 cm.

    Peso
    65 kg.

    Aspetto fisico
    Di costituzione esile, ha concentrato tutti i suoi sforzi sulla propria agilità e velocità di movimento. Da bambino era l'incubo di sua madre, capace di arrampicarsi come un ragno nei posti più improbabili e sparire nei pertugi più angusti. Ossuto, con mani sottili e nodose, dal corpo e movenze dinoccolate è difficile che un indumento gli stia bene indosso. Vuoi perché preferisce vestirsi comodamente, vuoi perché ormai ha rinunciato a tentare di trovare un qualcosa che gli caschi a pennello facendosi forte della convinzione di non essere per niente piacente.
    La frase che più spesso si sente ripetere, quasi sempre dalla premurosa cuoca del refettorio è: "Ossobuco, ma hai mangiato?!". Questo perché, oltre per essere finito ad assomigliare ad uno scheletro rivestito, è molto pallido e le numerosi notti insonni passate sui libri o nel reparto hardware a studiare i fenomeni delle cortine hanno finito per disegnargli un'ombra sotto agli occhi quasi perenne. I lineamenti affilati ed i chiarissimi occhi grigi contribuiscono a trasmettere l'idea che il suo stato di salute non sia al suo massimo esponente. All'orecchio destro è solito portare un orecchino circolare, di colore nero, che si intravede attraverso una folta e disordinata massa di capelli castano scuro tenuti difficoltosamente legati dietro la nuca con un codino. Una ciocca bianca nasce dal lato sinistro del capo, a testimonianza perenne di uno suo grande errore: l'essere stato sotto le cortine troppo a lungo senza alcuna protezione. Vergognandosene e volendo nasconderlo il più possibile ai suoi familiari e colleghi, tende a cacciarla malamente dietro l'orecchio e a portare un berretto o una fascia di lana larga quando lavora. Come detto, non riesce a guardare il suo riflesso senza trovare una lunga sequela di difetti, si giudica insignificante mettendosi costantemente a confronto con il fratello maggiore ben più piacente e prestante. Molto spesso, la sua ex compagna teneva a sottolineare quanto i suoi occhi, nonostante tutto, fossero capaci di "bruciarti la pelle come acido muriatico", riferendosi al suo essere molto espressivo. Il suo corpo asseconda i moti rabbiosi e i sentimenti più intensi gesticolando e muovendosi scattosamente, è difficile vederlo fermo per più di due minuti, è come se dentro al suo petto fosse stata inserita una dinamo a corrente continua che lo alimenta e non riesce mai a spegnersi. Questo suo atteggiamento di super lavoro non stop a volte gli causa dei collassi e non è raro trovarlo riverso sulla scrivania con il viso premuto sugli appunti. Si può vederlo rilassato e tranquillo solamente quando la direzione decide di spedirlo all'esterno della struttura.

    Carattere
    "Io so, di non sapere" - Socrate.

    Persona fondamentalmente curiosa, assetata di conoscenza. Non è un caso che abbia scelto di abbandonare la carriera da biologo dopo la laurea, conseguita per assecondare il volere del nonno, per il fascino che esercitano su di lui macchinari, congegni e meccanismi dal funzionamento complesso. Appassionato di rompicapi ed indovinelli, è un attento osservatore piuttosto sagace ed intuitivo. Ha sviluppato una buona capacità di apprendimento, studiando come un forsennato e pagando a caro prezzo questa sua costante dedizione. Nonostante numerosi esempi del suo lavoro denotino chiaramente le sue capacità e peculiarità nell'ambito della ricerca, ha un'autostima bassissima. Si potrebbe definire ben sotto la norma. Questa parte del suo carattere si è formata a causa di Noah, che sostituendo le figure genitoriali si è imposto nel crescerlo spronandolo a dare sempre il meglio di sé senza porsi nessun limite. Il comportamento rigido, austero ed autoritario dell'uomo ha lasciato numerose ferite nell'animo del giovane. Quella che ricorda di più fra tutte, quella che forse fa più male, è stata inferta di fronte alla laurea. Conseguita in tempi brevissimi, nonostante già lavorasse a fianco del fratello nel reparto hardware, la mancanza della famosa lode fece storcere la bocca del nonno e lo portò a commentare con un: "hai fatto il tuo dovere e nulla di più".

    "Se vuoi una cosa, devi dimostrarmi di meritartela" - Noah McReady

    La figura del nonno è stata fondamentale, nella formazione del carattere che costituisce il Nate di oggi. Così come è stata saliente nel nascere e nello svilupparsi di una delle sue peggiori fobie: L'afefobia, la paura del contatto fisico. Un bambino dal carattere spontaneo, dolce e solare, allegro ed energico fu ammansito, quasi domato dalla mano ferma e pesante di Noah. Non era tollerabile, che un McReady passasse il suo tempo nei boschi a giocare; non era ammissibile che a dieci anni non si sapessero fare le funzioni radicali a mente e subito; era impensabile che il figlio di una lunga tradizione di ricercatori pensasse solo a quella miserevole parte della ricerca che era l'ingegneria. Un Mcready doveva parlare con una certa cadenza; apparire autoritario fermo e risoluto; doveva sapersi comportare sia con le donne che con gli uomini, discorrere, ballare, saper apparire in società, non c'era spazio per "le spine bifide". Non venivano lesinate le percosse, frequenti ed improvvise come un temporale estivo . Lo svago venne quasi del tutto rimosso, ponendo il ragazzino di fronte ad un terrorismo psicologico che gli imponeva di lavorare fino allo stremo delle forze per ottenere un regalo o un momento di relax all'esterno con suo zio. Il pianto, la rabbia, la tristezza e la stanchezza dovevano sparire, venivano minati e costantemente scoraggiati. Se piangeva, prendeva uno schiaffo; se si alzava troppo tardi, non avrebbe dormito la notte successiva; se tardava agli orari stabiliti, veniva privato del pasto. Tutto questo ha portato Nate a rispondere con le armi in suo possesso al momento: omertà, silenzio, falsità. Taceva e tace tutt'ora sul suo stato d'animo; nascondeva, ora come allora, i suoi sentimenti positivi, avendo maturato la convinzione che esporsi troppo potesse renderlo fragile e manipolabile da chi voleva approfittarsi di lui, convinzione instillata lentamente e radicalmente dal nonno. Questo modo di crescere, la costante ed asfissiante presenza di Noah lo ha portato a temerlo e rifuggire la sua presenza ad ogni occasione possibile. Ha paura di Noah, lo teme, non riesce a sopportare la sua presenza per più di cinque minuti. E' un terrore viscerale che ha fatica riesce a giustificare, che lo porta a tremare e respirare affannosamente. Per colpa sua la leggera afefobia che ha fin da piccolo si è intensificata fino a livelli insostenibili. Se l'uomo, con un gesto apparentemente affettivo, pone la sua mano sulla spalla di Nate, il giovane tende a scostarsi subito come ustionato e a scacciare le dita in maniera brusca. Non regge e rischia ogni volta di raggiungere il culmine del crollo nervoso. Accorgendosi molto tardi della situazione, Nicholas di ritorno dai suoi studi all'estero, ha provveduto ad allontanare il fratello dalla figura del nonno, riuscendo pian piano a mitigare la sua afefobia. Attualmente riesce a tollerare il contatto con Nicholas, suo zia Jude - moglie di Stuart - e di Piper Chapman, la sua migliore amica.

    "Potevi essere l'eccezione che conferma la regola" - Nate.

    Non aveva mai cercato l'amore e tutt'ora non lo cerca. Si sente inadatto, temendo di non poter dare il cento per cento alla sua compagna. Ha conosciuto l'amore in uno dei suoi aspetti più contorti, lo vede come una gabbia dorata dentro alla quale è obbligatorio scendere a continui compromessi ed annullarsi quasi del tutto per compiacere la propria compagna. Se si fa altrimenti, il rischio è perderla, perché non andrà bene così come si è. Nonostante Piper abbia tentato, con tutta la sua buona volontà e testardaggine, di fargli comprendere che non esiste una singola forma d'amore e che il rapporto con un'altra persona può essere più di quello che lui aveva vissuto, Nate non riesce a contemplare l'idea. Rimasto bruciato, ferito, deluso e umiliato dalla sua prima ed ultima relazione amorosa, non ha il coraggio di intraprenderne un'altra anche se inconsciamente desidererebbe la "compagna per la vita". La profonda incertezza in cui lo aveva portato Noah ha fatto si che si innamorasse e cedesse ai giochetti di una donna sposata, che fino all'ultimo a tenuto nascosto la cosa al giovane. Lui si era innamorato davvero, era riuscito con grande sforzo a superare il terrore di lasciarsi toccare e con lei aveva avuto il suo primo vero rapporto. Tuttavia, nonostante qualcosa non gli tornasse, il timore di perderla dopo aver trovato finalmente qualcuno che sembrava apprezzarlo per quel che era lo aveva indotto a stringere i denti e tirare avanti. Fino a che, beh... Il marito della donna non pensò bene di fargli uscire una spalla buttandolo giù dalle scale. Oltre all'inganno, la beffa. La delusione di scoprirsi così ingenuo, la rabbia derivata dalla verità e la forte conferma di tutto ciò che sosteneva suo nonno lo hanno portato a disilludersi e a non credere nell'ideale dell'amore eterno. Meglio lasciarlo ad altri.

    "Hai proprio un animo da cecchino, sai? O magari da spia russa, DA!" - Piper

    Socialmente schivo, preferisce evitare grandi assembramenti di persone. Anche se è nato a Vancouver ed i suoi possiedono una bella villa in uno dei quartieri dabbene, preferisce vivere nel microcosmo del complesso di ricerca, nettamente più tranquillo e familiare. Si rifugia spesso nella sua stanza per leggere ed ascoltare musica, senza musica e libri non vive. Lavora con le cuffie, conosce a memoria intere opere teatrali e ha uno spiccato amore per il rock ed i vecchi gruppi. Mettetegli una canzone di Elvis, sarà una delle poche volte in cui lo vedrete muoversi e battere a ritmo i piedi. Quando la situazione al laboratorio diventa troppo intollerabile e non riesce a ritrovare la sua quiete nemmeno nel caos che è la sua stanza, fugge. Sale sulla moto regalatagli dallo zio e segue i lunghi percorsi di pattuglia dei Rain Walker nascondendosi dietro la scusa del monitoraggio del territorio, quando invece cerca la quiete che solo la foresta riesce a trasmettergli.
    Ama i punti sopraelevati, posti così in alto da far venire le vertigini anche al più coraggioso. Lassù riesce finalmente a mettere a tacere la complessa lotta interiore che imperversa nel suo animo. Una lotta dove due voci contrastanti si urlano contro vicendevolmente. La prima. che lo vorrebbe capace di esprimersi liberamente, raggiungendo la propria indipendenza e trovando il coraggio di abbandonare dietro di sé il complesso di ricerca; la seconda, che lo ha convinto di non essere sufficientemente coraggioso e forte per farlo.
    Aver lavorato sulla sua agilità e velocità, oltre che sull'intuizione e l'osservazione lo ha portato a evitare qualsiasi scontro violento. Tende a aggirarli, se può, altrimenti cerca di uscirne il prima possibile. Preferisce lavorare sotto copertura ed è difficile associarlo alla sua famiglia, non assomigliando a nessuno dei suoi parenti. Utilizza la tecnica del parkour per raggiungere luoghi sopraelevati o non in vista per fornire fuoco di copertura ai suoi compagni, in caso di conflitto con le creature anomale. Se si ritrova in un faccia a faccia, tende subito a cercare copertura. E' perfettamente consapevole che non vincerebbe uno scontro fisico e ha ricevuto fin troppe batoste ed infortuni per continuare ad essere impulsivo.

    "Io capisco te, tu comprendi me. Sei l'unico umano che sia stato compassionevole con me" - AJ

    Esiste un'eccezione che può delineare un altro tratto del carattere di Nate. AJ, una creatura anomala estratta da sotto le cortine. Grazie ad AJ, Nate ha trovato per la prima volta la forza di imporsi a suo nonno che lo voleva morto all'istante. Si è sobbarcato l'impegno di curarlo, trovare un modo di mantenerlo in vita e studiarne il comportamento. Con AJ si rivela, mostrando quella parte scherzosa ed ironica che nasconde agli altri; gli ha insegnato ad apprezzare la musica, non ha avuto timore di mostrare le sue lacrime alla morte della madre e prova per la creatura una sorta di forte sentimento di protezione. "Nessuno tocca AJ". Senza che se ne rendesse conto, la creatura lo ha aiutato ad uscire dalla depressione in cui stava sprofondando ritrovandosi senza un vero scopo. AJ era diventato lo scopo. Fare in modo che vivesse quanto meno decentemente, era divenuto il suo obbiettivo. Nient’altro era importante. Le piogge, le cortine, il fumo… Perfino i parenti. Potevano tutti andarsene a farsi fottere. La compassione, l'odio per le ingiustizie sono un qualcosa che muove Nate più di un traino e lo accende come un fuoco. Lo porta a dimenticarsi per qualche momento delle sue paure ed incertezze, a dimenticarsi della sua persona stessa, per amore di aiutare chi ha bisogno.

    Segni particolari

    • Ciocca bianca larga a malapena un centimetro, posta sul lato sinistro della capigliatura, che ha la tendenza a cascare tra gli occhi in maniera fastidiosa. Segno distintivo che, almeno una volta, Nathan è stato esposto alle cortine senza protezione. Per questo motivo se ne vergogna e non la sopporta, celandola spesso sotto un vecchio berretto di lana.

    • Tatuaggio di fenice sulla schiena, tonalità di nero e grigio, largo da spalla a spalla e fino all'altezza della cintola. Fatto di nascosto e con non poca difficoltà per via della sua fobia.

    Preferenze

    • AMA
      • Il fumare.

      • I rompicapi ed i giochi mentali complessi.

      • I libri ed i trattati d'ingegneria.

      • Il latte condensato sciolto nel caffè bollente.

      • La quiete delle foreste e la sensazione di solitudine che trasmettono.

      • La musica in ogni sua forma ed espressione.

    • ODIA
      • Le ingiustizie sociali.

      • L'emarginazione di alcuni individui.

      • L'ignoranza bella e buona.

      • La violenza perpetrata per solo divertimento o goliardia.

      • Farsi vedere nudo integralmente e/o parzialmente.

      • La neve.

      • I cibi troppo aspri o amari.

      • I romanzetti rosa che gli propina Piper.

    Slots Classi e Specializzazioni
    3 classi [1 libere]
    6 specializzazioni [3 libere]

    Eventuali Classi e Specializzazioni
    • Intellettuali > Scienziato
    • Militari > Nauta

    Vantaggi dell'Affinità elementare base
    Respirazione subacquea
    Vista notturna

    Capacità date dalle Categorie
    MILITARI
    Capacità di analisi tattica
    Capacità di valutare la forza altrui
    INTELLETTUALI
    Spirito d'osservazione
    Capacità di analisi tattica
    Persuasione

    Capacità date dalle Classi
    NAUTA
    Abilità con armi da fuoco ed energetiche
    Abilità nel combattimento con impiego di mezzi militari
    SCIENZIATO
    Doti logiche e matematiche
    Deduzione

    Capacità date dalla Classe razziale:
    Manualità
    Plurilinguismo

    Capacità date dalla Classe razziale
    -

    Capacità razziali
    -


    Slots Capacità
    25 slots capacità [25 libere]
    10 slots abilità fisiche [6 libere]
    2 slots poteri mentali [2 libere]

    Tecniche elementari (max 4)
    -

    Abilità fisiche
    Visione spirituale
    Agilità massima
    Velocità aumentata
    Movimenti del ragno

    Poteri mentali
    -

    Poteri spirituali
    -


    Conoscenze base
    LUOGO DI NASCITA
    Realtà
    Unione terrestre
    Tecnologia avanzata
    Terrestre
    Idiomi locali terrestri: francese
    LUOGO DI RESIDENZA
    -
    PROFESSIONE
    1 a scelta tra le conoscenze scientifiche
    1 a scelta tra le conoscenze scientifiche
    1 a scelta tra le conoscenze scientifiche
    RAZZA
    Umanoidi
    Umani
    Cultura della razza Umani
    + 1 conoscenza a scelta tra quelle linguistiche
    NAUTA
    Disciplina militare
    Rigore e lealtà
    Tecniche di combattimento a mani nude
    Strategia
    I segreti del ladro
    Tecniche diplomatiche
    SCIENZIATO
    +1 a scelta tra tutte le conoscenze
    +1 a scelta tra tutte le conoscenze
    INGEGNERE
    Ingegneria
    Fisica
    Chimica
    Matematica
    BIOLOGO
    Matematica
    Chimica
    Biologia
    MATEMATICO
    Matematica

    Conoscenze individuali
    -



    Affinità elementare negromantica aggiuntiva
    -

    Slots Incantesimo
    -

    Incantesimi
    -



    Debolezze elementari
    Le persone affini all’Acqua non possono rimanere troppo tempo senza bere o idratarsi, pena il collasso del corpo in poche ore. Consumano circa sei litri di acqua al giorno e si sentono male se esposti troppo al calore degli astri o in ambienti secchi, inoltre non si sentono a loro agio sulla terra ferma.
    Le persone affini all’Ombra sono molto sensibili alla luce, che li indebolisce se esposti per troppo tempo, inoltre i loro occhi sono molto sensibili, quindi rischiano di essere accecati.
    CAPACITÀ ANNULLATE O CON EFFETTO LIMITATO:
    Immunità al calore (annullata)
    Protezione visiva (annullata)
    Equilibrio perfetto (annullata quando il personaggio cammina sulla terra ferma)
    Resistenza fisica massima (annullata quando il personaggio viene esposto alla luce per almeno 1 giorno)
    Resistenza fisica aumentata (annullata quando il personaggio viene esposto alla luce per almeno 1 giorno)
    Unbreakable resilience (annullata quando il personaggio viene esposto alla luce per almeno 1 giorno)

    Debolezze razziali
    Gli esseri umani sono una specie relativamente fragile: un danno agli organi interni, un'emorragia, l'amputazione della testa (e, in alcuni casi, di un arto) possono portare al decesso.
    CAPACITÀ ANNULLATE O CON EFFETTO LIMITATO:
    Immunità fisica (annullata)
    Wearing the resistance (annullata)

    Debolezze individuali
    Soffre di afefobia, la paura del contatto fisico, inoltre nonostante sia agile e veloce, non è molto forte né resistente. Spesso dimentica di mangiare.
    CAPACITÀ ANNULLATE O CON EFFETTO LIMITATO:
    Forza aumentata (annullata)
    Forza massima (annullata)
    Resistenza fisica aumentata (annullata)
    Resistenza massima (annullata)
    Hard training (annullata)
    Heavier training (annullata)
    Controllo emotivo (annullata sulla paura del contatto fisico)
    Fearless (annullata sulla paura del contatto fisico)
    MALUS
    -10 forza (causale: capacità muscolare limitata)
    -10 resistenza fisica (causale: capacità muscolare limitata)



    Parenti e conoscenze viventi

    • Noah McReady - Nonno materno - 75 anni - CEO della McReady Research. Uomo austero, risoluto, severo e molto autoritario. Non ammette errori di sorta ed ha la tendenza a minare e manipolare psicologicamente gli altri per ottenere ciò che desidera. Quando AJ è stato catturato per aver aggredito suo nipote, ha deciso di rinchiuderlo e grazie a lui ha sviluppato la tecnologia Link/Linker.

    • Nikolas McReady - Fratello maggiore - 35 anni - Vicedirettore della struttura del nonno. Manda avanti il reparto che sviluppa la tecnologia Link e le connessioni tra i portatori del dispositivo.

    • Piper Wright - Migliore amica e principale confidente - 24 anni - E' cresciuta assieme a Nate e Ted, con il quale ha una relazione sentimentale. Piace molto a Nate, che non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi per il classico terrore di rovinare l'amicizia. NoLinker - ovvero persona capace di percepire chiaramente le presenze senza bisogno di utilizzare dispositivi.
      Capacità:
      Visione spirituale

    • Theodor Ted Chapman - Migliore amico di Nate - 30 anni - Si è unito al trio più tardi, ma ha subito sviluppato una solida amicizia con Nate. E' colpa sua se il giovane ha preso il vizio di fumare, ma non lo colpevolizza. Ha un'ottima capacità con le armi da fuoco ed ha insegnato all'amico a tenere in mano un fucile di precisione e ad affinare la tecnica.
      Capacità:
      Abilità con armi da fuoco ed energetiche

    • Stuart Wolf - Zio paterno - 49 anni - PR dell'azienda di famiglia. Un armadio di uomo, alto e massiccio come una quercia, ma dal carattere amichevole e dal forte cameratismo nei confronti del nipote. Lo ha sempre aiutato nei suoi piccoli esperimenti e coperto nelle sue marachelle. E' l'unico, fatta eccezione di Piper, con cui si confida. La famosa storiella della cicogna, gliela ha spiegata lui.

    • Jude Wolf - 48 anni - Moglie di Stuart - E' stata come una mamma per Nate.

    • AJ - Anomalia delle cortine - Età sconosciuta - Ha le fattezze di un teenager - E' grazie ad AJ che i McReady hanno potuto cominciare a studiare le anomalie che si nascondono nelle cortine. Lui è un'anomalia tra le anomalie, ed è merito suo se Nate è ancora vivo. Come è merito suo se il giovane ha fatto numerose scoperte che lo hanno messo sotto un'altra luce nella struttura. Ha le forme e le fattezze di un ragazzino, ma è completamente nero ed i suoi occhi sono bianchi e rotondi. Le dita delle mani sono allungate e affusolate, può farle estendere per acchiappare vari oggetti o manipolare dispositivi elettronici nello spazio immediatamente circostante. Per riuscire a sopravvivere al di fuori delle cortine viene contenuto in una camera di stasi piena d'acqua raccolta dalle precipitazioni mediante un complesso marchingegno di tubi e manopole che ha costruito Nate. Non si relaziona con nessun altro che non sia il giovane. Quando Nate non è presente nel laboratorio assume una posizione rannicchiata, fetale e sembra dormire galleggiando poco sopra il fondo della vasca. Se Nate è vicino si rianima e lo cerca. A differenza di altre anomalie presenta neuroni a specchio, capacità di empatia verso gli umani, in particolar modo con il giovane. Non è raro vederlo imitare i suoi gesti e cercare di emulare azioni che compie.
      Ferito dal fantasma di sua madre, Nate rimase esposto sotto la pioggia senza protezioni. AJ intervenne e, anche se ancora nessuno è stato in grado di comprendere bene come, il giovane è sopravvissuto ad un'esposizione così violenta grazie a lui.

    Parenti e conoscenze defunti

    • Asheila McReady - Madre - Deceduta.

    • Mylo McReady - Padre - Disperso, presumibilmente deceduto.

    Animali

    • Alaska - Border collie - Regalo di Nikolas a Nate al compimento dei suoi vent'anni d'età. Alaska è la fida compagna di Nate, non si allontana mai da lui e vive letteralmente in simbiosi con il suo padrone. Se si accorge che qualcuno sta dando fastidio al giovane, è capace di mordere.



    Oggetti generici

    • Link - Modello AJ 626 - Link di prima generazione, anche se ormai è considerato quasi obsoleto e se ne sconsiglia l'uso, Nate lo preferisce ai BJ 753 perché meno ingombrante. E' costituito da una parte principale: un dispositivo rotondo e metallico dalla forma sferica e le dimensioni di una pallina da tennis che va tenuto in un alloggiamento apposito apposto sulla falda destra della giacca; Un piccolo cerchietto di metallo, l'interfaccia neurale che va posta sulla tempia sinistra si trova nella parte frontale. Per prenderlo è necessario far scorrere due dita lungo i bordi, esercitando una piccola pressione. La piccola placca, grande a malapena più di un bottone, si solleva dal suo alloggio consentendo di estrarla. Attualmente, Nate è rimasto l'unico ad utilizzarlo poiché la creatura connessa al dispositivo, appunto AJ, rifiuta qualsiasi altro Linker.

    • Taccuino e matita - Utilizzato per prendere appunti e disegnare parti interessanti, non per le memorie.

    • Borsa a tracolla di pelle e tela.

    • Fiala di sangue di AJ - Utilizzata per intingere i proiettili. Il sangue di AJ, mescolato ad una miscela creata da Nate consente di ferire le creature anomale e repellerle.

    Vestiario

    • Uniforme istituto di ricerca : Composta da una tuta dal taglio simile a quella di un meccanico con una grossa cerniera lampo sul davanti. Solitamente indossata solo fino all'altezza dei pantaloni, la parte sopra la lega in vita e lascia scoperta una vecchia maglietta nera.

    • Stivali dell'uniforme : Stivaletti neri molto comodi e antishock che tutti i ricercatori devono portare quando sono a lavoro nei laboratori.

    • Spolverino nero : il suo cappotto preferito, ormai è un po' vecchio e consunto, ma continua a fare il suo lavoro. Apparteneva al padre. Ha un piccolo ricamo sulla spalla destra con il disegno della testa di un lupo.

    • Marsupio da gamba: usato solitamente per contenere i caricatori e le sigarette, allacciato alla gamba sinistra, Nate è mancino.

    • Berretto di taglio militare con falda, usato principalmente per nascondere la ciocca bianca e mettere in ombra il viso quando in imbarazzo.

    Armi

    • Pistola semi-automatica Glock 20 - Pistola semi-automatica con caricatori a cartuccia estraibile, 10 mm auto.

    • Caricatori 10 mm auto - 15 colpi ciascuno - 3 pezzi.

    • Fucile Tikka T3X Lite Roughtech Ember - Bolt Action con ottica di precisione con caricatori a clip (sono piccoli caricatori che vanno "pigiati" all'interno dell'alloggio apposito e hanno una media di 5-7 colpi)

    • Caricatori a clip 22 - 5 colpi ciascuno - 4 pezzi.

    Immobili

    • Moto - Guzzi V9 - regalo per i diciotto anni da parte di zio Stuart, nera. Non la tiene molto bene, ma finché fa il suo lavoro è ok.

    • Appartamento - Alloggi dirigenza - Struttura di ricerca McReady: il suo appartamento si trova al penultimo piano della struttura, vi regna un caos indescrivibile. La prima cosa che salta all'occhio sono le montagne di libri e aggeggi strani sparsi su tutto il pavimento ed ogni superficie disponibile.

    Artefatti
    -


    Storia pregressa
    Sono nato a Vancouver. Mia madre mi ha raccontato che fuori c'era una violenta tempesta, tanto che fu impossibile raggiungere l'ospedale ed io vidi la luce per la prima volta sul divano del salotto buono. Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia. Aveva una piccola casa nell'entroterra boschivo di Vancouver e spesso indicava il cielo, sostenendo che “Dio é nella pioggia”. Non so se ci ho mai creduto, ma forse lei fu la prima ad intuire che sotto quelle nubi si celasse qualcosa di strano. Sentiva e vedeva qualcosa che a quasi tutti gli altri era celato. Sapeva che potevo farlo anche io. Fu il nostro segreto per molto tempo.

    Io sono anomalia

    Quando avevo dieci anni mia madre ci lasciò. Non era malata o in pericolo, decise di farlo. Me la ricordo ancora, ferma vicino alle vetrate della casa ad attendere. Uscire e soffermarsi sotto la cortina, il volto rigato di lacrime. Ed era spersa, spaventata, fragile. La camicia da notte bianca, pesante e bagnata, aderiva al suo bel corpo snello e staccava violentemente contro l'alone scuro e fumoso che emanava la cortina. I piedi nudi che sprofondavano nell'erba ed i capelli sciolti sulle spalle. Appariva come una vergine sacrificale, impaurita, ma dritta e fiera di fronte al dio a cui era offerta. Allargò le braccia, voltò la testa verso l'alto e chiuse gli occhi. Cercava mio padre, disperso da sei mesi. Voleva tornare da lui. Sapeva che non era morto, non del tutto.
    «Vieni» Disse, prima di sbiadire. Il suo corpo divenne a mano a mano trasparente, con una lentezza disarmante ed assassina. La vista di quel che le succedeva mi teneva fermo sul portico, inchiodato sui gradini, e girava una lama rovente nel mio petto. Socchiusi gli occhi, lasciando un sottile spazio tra le palpebre. Ero incapace di chiudere il contatto visivo, ma al tempo stesso qualcosa dentro di me si rifiutava di vedere mia madre morire. La luce tenue dell’aurora non aveva ancora illuminato la foresta e irrorava d’oro il lontano profilo dei monti. Mi ricordo che respirai a fondo, obbligandomi ad aprire di nuovo gli occhi. Un qualcosa impattò, forte e risoluto sul terreno. Lo accompagnò il suono di acqua che gocciolava, il fango schioccò sotto al peso di qualcosa di molto pesante, ma non ancora visibile. Mi sentii invadere da un’improvvisa sensazione di rimorso e rimpianto. Fui colto da un bruciore cocente, in fondo alla gola. Il desiderio di urlare montò nel mio petto. Il suono si ripeté, più vicino. Portai una mano alla bocca, trattenendo il fiato. Quel qualcosa che era diventata si muoveva, diretto verso la casa. Quelli che sembravano passi, assunsero una cadenza regolare. Lenta, ma inesorabile. Orme si disegnarono nel pantano, sollevando qualche schizzo in aria. Gocce che aleggiavano per qualche istante, per poi prendere a salire verso l’alto, cercandosi, unendosi in materia informe. La massa assunse una forma ben definita, come umanoide. Si soffermò a pochi passi da me, era lei. Al tempo stesso non lo era, era una fotocopia sbiadita di quel che era stata in vita. La pelle completamente nera camuffava ogni suo tratto somatico.
    «Per favore…» Mosse le labbra , allungò una mano, arrivò quasi a sfiorarmi «Mio marito, mio marito… Dove è mio Marito?» Chiese ancora, con voce lieve, gonfia d’angoscia. Fece un altro passo Le sue dita gelide sfiorarono la mia spalla. Quella sensazione di dolore e colpa crebbe, violenta. Provai il desiderio di piangere, i miei occhi si colmarono velocemente di lacrime. Non resistetti un secondo di più. Respirai a fondo, con la stessa avidità di chi ha rischiato di affogare. La creatura si fermò nel suo movimento, la mano a mezz’aria sopra la spalla, le dita aperte leggermente in un gesto incerto.
    «Mamma» La chiamai, ma non mi riconobbe.
    «Mio marito…Dov’è mio marito?» Chiese ancora. Il suo sguardo era bianco, dipinto come quello di una statua di marmo.
    «Non… Non lo so» Balbettai, cercando di parlare, nonostante lo stretto nodo che si era avvinghiato alla gola. Percepii il suo dolore, la sua disperazione. Sentii la sua rabbia che montava, furente, ogni secondo sempre più vivida ed asfissiante. Urlò. Un urlo agghiacciante. Il viso placido e spento prese vita, contorcendosi in una maschera d’ira prorompente. Le sue dita fremettero, irrigidendosi e piegandosi come rami vinti dal gelo. Mi percosse in viso, graffiandomi. Non ricordo cosa accadde dopo. Mi svegliai nel laboratorio di mio nonno.

    Io sono incertezza

    Da quel giorno passai il resto della mia vita sotto la supervisione di Noah McReady. La scoperta che aveva fatto mia madre, sacrificandosi alla ricerca di suo marito, lo aveva spinto a studiare più da vicino i fenomeni che si animavano sotto quelle particolari precipitazioni. Il nostro segreto non era più tale, era stato messo alla luce, sviscerato ed analizzato in ogni sua parte. AJ era stato rinchiuso e soffriva, dio se soffriva. Nessuno pareva udirlo, nessuno lo comprendeva, ma io lo potevo sentire piangere e lamentarsi, dibattersi nella capsula di contenimento ed accanirsi fino allo stremo delle forze contro il vetro. Mi era vietato raggiungerlo, mi era proibito vederlo, ma chiamava. Rischiai di impazzire. Se non fosse stato per i miei amici e mio zio, sarei uscito di testa molto tempo fa. Essere sotto la sua protezione era una tortura, non c'era niente che gli andasse bene. Non c'era cosa che facessi, risultato che portassi, progresso che raggiungessi che lo rendeva soddisfatto. Era un'ossessione, una ricerca continua di perfezione che non riuscivo mai a raggiungere e fare mia. Studiavo, notte e giorno. Mi affamavo e stancavo fino allo stremo delle forze per raggiungere i livelli dei miei parenti. Loro avevano avuto anni, io avevo solo qualche mese. A tredici anni conseguii il diploma di scuola secondaria, a venti la prima laurea, infine cedetti. Tutto quel tempo lo avevo trascorso cercando di raggiungere AJ, ascoltando le voci di corridoio che saettavano mormoranti tra i collaboratori dei McReady. Venni a conoscenza della tecnologia sviluppata da mio nonno, i Link; seppi che dei volontari si erano proposti per uscire durante le precipitazioni per studiarne il fenomeno e che AJ era la chiave per tutto questo. Un giorno riuscii quasi a raggiungerlo, trovai il modo di sbloccare la porta smontando il tastierino e facendo saltare qualche circuito, ma mio nonno era lì. Mi chiese di sedermi di fronte a lui ed mi appoggiai alla sedia in pizzo, terribilmente a disagio. Non sapevo cosa sarebbe successo, le sue ramanzine erano sempre un'incognita e facevano paura una più della precedente.
    «Ti ho sempre chiesto poche cose, Nathan. Fedeltà, costanza, impegno per cominciare. Rientrare agli orari giusti, seguire i miei insegnamenti, comportarti come un vero membro di questa famiglia» Erano tutte cose che cercavo di fare abitualmente, alcune con più facilità ed altre invece con estrema difficoltà.
    «L'ultima cosa che ti ho sempre chiesto è la sincerità e l'obbedienza, Nate. Perché devo sempre ricordartelo? Perché mi hai disobbedito?»
    "Perché mi fai paura, perché al tempo stesso non voglio deluderti, ma per certe cose… Non c'è la faccio" Fu il mio pensiero, ma le labbra si dischiusero dando voce a parole differenti : «Perchè non è giusto»
    Non ho mai preso tante botte in vita mia come quella volta. Un suo calcio mi incrinò una costola e ancora oggi, talvolta, sento un lieve dolore nel punto in cui grattò contro il polmone. Nicholas capì che non era più il caso di tenermi così vicino al nonno e si oppose perché tutto questo finisse. Non so come ringraziarlo per avermi salvato. Mi tenni alla larga da lui e cercai di dimenticarmi di AJ. Decisi che avrei fatto il Rain Walker, piuttosto che l'ingegnere e cominciai ad uscire assieme agli altri.

    Io sono amore

    Avevo ventun'anni o poco più quando venni mandato a recuperare una donna che si era persa lungo un percorso nel parco. Minacciava pioggia ed era rischioso, andai da solo per il puro divertimento sadico di far irritare mio nonno. Fu sotto la quercia secolare, simbolo del parco, che incontrai quella donna: si chiamava Leila. Furono i suoi occhi ambrati, i suoi capelli color miele... Erano bellissimi. La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai più voluto baciare altre labbra al di fuori delle sue. Andammo a vivere insieme con Alaska in un appartamentino appena fuori Vancouver. Lei coltivava numerose erbe aromatiche nel vaso sulla finestra e la nostra casa profumava sempre di lavanda. Per un momento ho creduto di essere riuscito a scappare dal gioco sadico dei McReady. Toccarla non mi faceva soffrire, sentire le sue dita correre lungo il mio corpo non mi portava dolore. Mi capiva come nessuno aveva fatto prima, mi sentivo completo. Furono i due anni più belli della mia vita. Se non fosse che tutto quello celava una menzogna. Incontrai suo marito mentre facevo la spesa. Mi aggredì violentemente e mi spedì all'ospedale. Non ho mai pianto tanto in vita mia. A volte percepisco ancora il ricordo di lei al mio fianco, quando sono solo e faccio scorrere le dita sul manto di Alaska. E' un po’ come averla ancora lì, e restare in silenzio, respirando piano dopo aver appena fatto l’amore, il calore del suo corpo nudo ancora premuto contro, le nostre gambe allacciate. Riesco sentire ancora la morbidezza del tocco della sua bocca sull’orecchio, ed il dolce sussurro che diceva di amarmi. Mentiva. Nicholas venne a prendermi, non disse niente. Mi abbracciò e mi portò nel suo ufficio. Nonno si era ammalato, non sapevano se si sarebbe ripreso e lui era diventato dirigente. Aveva bisogno di me, mi pregò. Accettai. Lavorare, tornare ai ritmi che sostenevo prima mi portò a seppellire il dolore e dimenticarlo. Alternavo le uscite da Rain Walker a lunghe ore di laboratorio. Quando finalmente fui davanti ad AJ mi dissero che stava morendo. Non sapevano come, non rispondeva più agli stimoli da quasi due anni. Non mi ci volle molto per fare un addizione. Se ero vicino a lui si risvegliava, se mi allontanavo troppo si assopiva.

    Io sono connessione

    Mi opposi. Anche se un'altra creatura era stata catturata e veniva usata per sviluppare i Link, AJ non sarebbe stato smaltito. Lui aveva salvato la mia vita, io avrei salvato la sua. Rimasi l'unico ad utilizzare il dispositivo tarato su di lui e cominciai a studiarlo. Ascoltavo la musica quando mi muovevo intorno alla sua capsula e prendevo appunti. Un giorno si affacciò dall'apertura ed allungò quelle dita così strane. Acchiappò una cuffia e tirò, portandola vicino al volto, emettendo un gorgoglio compiaciuto.
    "Cristo santo" pensai, "Gli piace Elvis". Come era possibile che una creatura votata solamente al fare del male potesse apprezzare una cosa del genere? Quel giorno credo di aver rotto parecchio le scatole. Alzai la musica al massimo e lo vidi reagire. Si muoveva nella vasca come se ballasse. Imitava i miei gesti, cercava di uscire per acchiappare le stesse cose che maneggiavo io. Una volta tentò di assaggiare il caffè, ma lo sputò subito soffiando come un gatto offeso. Se mi ammalavo se ne accorgeva e sembrava preoccuparsene. Manifestava il suo disappunto se facevo le ore piccole. Una volta mi svegliai con la giacca sopra alle spalle, ricordando perfettamente di non averla messa.
    Fu allora che ipotizzai, quelle creature, quei fantasmi o anomalie come volessimo chiamarli, potevano avere neuroni a specchio? Tentai subito, chiamai una delle poche persone di cui mi fidavo. Lui rise, non capiva un accidente di tutta quella roba scientifica ed io, gesticolando, cercai di spiegargli quanto fosse rivoluzionaria una scoperta del genere.
    Ted insisteva: «Non capisco, lo sai...»
    Allora decisi di darle una dimostrazione. Lo portai davanti alla vasca ed allargai le braccia. AJ fece lo stesso.
    «Dammi un pugno» Gli intimai «Forza!»
    «Sei completamente impazzito?» Esclamò lui. Vedendo che non si dava una mossa e che non avrei saputo spiegarmi meglio, dischiusi le labbra e aggiunsi: «Sono andato a letto con Piper!»
    La reazione fu immediata. Un gancio mi colpì sullo zigomo, mandandomi contro la scrivania. Così come fu immediata la risposta di AJ. Si buttò contro il vetro, urlando, ululando e battendo con i pugni chiusi. Ci volle un bel po' per calmarlo e una lunga, lunghissima sessione di Tchaikovsky, ma avevo dimostrato la mia teoria.

    Io sono scoperta
    Sono passati altri anni. Con AJ il progresso è stato lento, ma continuo. Riesco a capire cosa dice e vorrei scoprire perché esiste assieme ai suoi simili. La strada è ancora lunga, ma spero di potercela fare. C'è qualcosa, in quell'esserino, che mi porta a desiderare di aiutarlo. Forse è come guarda fuori dalle finestre quando piove, la malinconia del suono che emette chiamando i suoi simili sapendo di non riuscire a farsi sentire. Possibile che ci sia qualcosa, in loro, che potrebbe portare a comprenderci a vicenda e a smettere di temerli?


    Elenco giocate
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    Valori del personaggio

    ultimo aggiornamento: 07/12/2021





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    Edited by Sorte (Master) - 7/12/2021, 10:04
     
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